I sentieri di Cimbricus / "Erin Go Bragh", Irlanda per sempre
Giovedì 16 Gennaio 2020
Il conformismo è uno dei grandi obblighi del nostro tempo: serve a dare un’immagine mansueta, asettica, molto gradita a chi investe denaro. Così coloro che pensano che tra sport e tutto il resto non debbano correre muri non hanno più spazio.
Giorgio Cimbrico
Niente politica, please: in realtà non so cosa ci stia a fare quel please: il CIO è stato deciso, minaccioso: a Tokyo certi gesti, sul podio, nei pressi, in generale nei siti olimpici, non saranno tollerati e verranno pagati duramente. Il conformismo è uno dei grandi obblighi del nostro tempo, serve a dare un’immagine mansueta, asettica, molto gradita a chi investe denaro. I “maudit”, i maledetti, non hanno più spazio. Neppure quelli che pensano che tra sport e tutto il resto non debba correre un muro. La libertà di espressione è proibita. Il bavaglio assomiglia al mordacchio che misero a Giordano Bruno mentre lo portavano Campo de’ Fiori l’anno 1600.
Osservatorio / Un programma per il futuro dell'atletica? Parliamone.
Mercoledì 15 Gennaio 2020
Come annunciato (o minacciato?) ecco qui il testo di “Spunti per un Programma Decennale per l’Atletica”. Mancano almeno dieci mesi al rinnovo delle cariche federali. Di mezzo ci sono i Giochi di Tokyo e tante occasioni per confrontare idee, progetti, motivate ambizioni.
Luciano Barra
L’avevo promesso ed ora lo sottopongo alla vostra attenzione e soprattutto alle vostre osservazioni e, perché no, alle vostre critiche. Certo, in un Paese come il nostro, dove quasi sempre la filosofia dell’annuncio tende a sovrapporsi alla realtà dei fatti, il timore di cadere nella stessa trappola resta forte. Ma è anche vero che qualunque progresso non può essere immaginato senza una preventiva analisi del passato, una attenta valutazione del presente e, soprattutto, una precisa visione del futuro. Così, ben conscio dei rischi che correvo, ho accettato la sfida di mettere per iscritto alcune considerazioni personali, ma sollecitate dalle tante proposte accavallatesi in queste ultime settimane da parte di chi ritiene (e non sono pochi) di avere le necessarie potenzialità per candidarsi alla presidenza della FIDAL.
Duribanchi / Pansa ovvero il coraggio di “cambiare idea”
Martedì 14 Gennaio 2020
"Non un voltagabbana, non un trasformista: solo un uomo che cercando la verità, ne aveva trovate alcune di inconfessabili. E aveva avuto il fegato di raccontarle, fare domande, cercare risposte. Come dovrebbero fare (sempre) i giornalisti."
Andrea Bosco
Puntuale, anche quest'anno, la Dakar ha ottenuto la sua “libbra di carne”. La Dakar è una assurda mattanza dove chi partecipa arrischia di morire su percorsi inverosimili e dove purtroppo sistematicamente si muore. Mentre Federica Brignone continua a volare sugli sci, il calcio nostrano registra gli infortuni di Zaniolo e Demiral. Gravi lesioni che terranno lontani, dai campi di gioco, i giovani calciatori di Roma e Juventus per diversi mesi. Sono gli incerti di chi fa questo mestiere, ma la caduta di Zaniolo è stata impressionante. E per certi versi ha rammentato quella drammatica di Ronaldo il Fenomeno.
I sentieri di Cimbricus / La mia Africa (che non c'e' piu')
Martedì 14 Gennaio 2019
Secondo un rapporto dell’agenzia mondiale antidoping, la WADA, tra il 2004 e il 2018 sono stati 138 gli atleti kenyani risultati positivi (ora dovremmo essere attorno a quota 150). E tra loro, nomi molto importanti. Perchè?
Giorgio Cimbrico
La loro Africa non c’è più. Ora naviga nel doping. Il sangue naturalmente arricchito è un ricordo. Con l’Epo è meglio, si va più forte, si esercita uno schiacciante monopolio sulle grandi maratone, su quelle medie, su quelle piccole, sulle corse su strada di ogni chilometraggio. Ultime dal paese che, grazie a Karen Blixen, avevamo finito per mitizzare trasformandolo in un giardino di semplici delizie. Wilson Kipsang, l’unico riuscito a battere Eliud Kipchoge è stato sospeso per aver saltato controlli antidoping e aver tentato di manipolare i campioni.
Italian Graffiti / La nomenclatura, l'orgoglio e il coraggio
Lunedì 13 Gennaio 2020
Nei prossimi giorni il ministro dello sport Spadafora sceglierà il nuovo "manager" che dovrà guidare la società "Sport e Salute" e, di concerto, indirizzare le politiche economico/sociali dello sport nazionale. Un nuovo sgarbo per lo sport olimpico o un'occasione di riscatto?
Gianfranco Colasante
Con notevole sprezzo per la scaramanzia, il ministro per lo sport (e delle politiche giovanili) Vincenzo Spadafora ha fissato per venerdì 17 gennaio la scadenza per le domande all'incarico di presidente ("con funzioni di AD") per la società Sport e Salute. L'organo governativo da poco più di un anno posto a vigilare sul CONI e, piaccia o meno, ad indirizzare la politica sportivo/salutistica del Paese. L'altra volta furono quasi duecento le candidature, vedremo questa volta. Compito ingrato, affidato dal precedente governo giallo-verde (M5S e Lega) al "manager" Rocco Sabelli, dimessosi alla vigilia di Natale per incomprensioni con l'attuale esecutivo (ancora M5S e PD): quindi con lo stesso Spadafora. (foto tratta dalla sua pagina FB).
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