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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Uno dei tanti che non tornarono

Lunedì 2 Novembre 2020

 

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“In un film verrebbe usata la dissolvenza e il tenente colonnello Edgar Roberts Mobbs infangato, insanguinato, morente, apparirebbe sedici anni più giovane, un 19enne alto, biondo, con gli occhi azzurri che posa per una foto di famiglia”.

Giorgio Cimbrico

“Piegati in due come vecchi straccioni, sacco in spalla / le ginocchia ricurve, tossendo come megere, imprecavamo nel fango / sinché volgemmo le spalle all’ossessivo bagliore delle esplosioni / e verso il nostro lontano riposo cominciammo ad arrancare … / ubriachi di stanchezza, sordi persino al sibilo / di stanche granate che cadevano lontane, indietro”. (da Dulce et decorum est).

Novembre, i giorni del ricordo e dei papaveri trasformati in simboli degli anni della strage: sbocciavano e morivano rapidi sui campi di Fiandra. Wilfred Owen, soldato e poeta, morì una settimana prima dell’undicesima ora dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese e sua madre ricevette il telegramma il giorno dell’Armistizio.

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I sentieri di Cimbricus / L'uomo che volle farsi re

Sabato 31 Ottobre 2020

 

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A novant’anni se ne è andato anche James Bond, pardon Sean Connery. Figlio di una donna delle pulizie e di un camionista, dopo una miriade di mestieri, era entrato nel mito collettivo come l’agente 007 al servizio di Sua Maestà. Ma non soltanto.

Giorgio Cimbrico


Daniel Dravot che voleva diventare re, Guglielmo di Baskerville colto e astuto (un Holmes medievale), l’editore amico della Russia (“mi riconoscerà, sono come un grosso letto sfatto”), Marko Ramius che fugge con il suo sottomarino, il vitale selvaggio che penetra nella sfera degli estenuati Immortali, il generale Urquhardt che si fa paracadutare sull’Olanda da neofita del tuffo nel vuoto, lo spadaccino spagnolo mentore di uno scozzese colpito da un sortilegio, l’intoccabile agente Malone che va incontro al suo martirio, un vecchio e crepuscolare Robin Hood.

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Una foto, una storia / Quando gli Ottocento partivano in linea

Venerdì 30 Ottobre 2020

 

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Questa rara foto congela lo “sparo” degli 800 olimpici del 1928 (si noti lo starter in spolverino avvolto da una nuvola di fumo). Nove i finalisti: in seconda posizione il britannico Lowe che s’era già imposto quattro anni prima a Colombes, nei Giochi di “Momenti di Gloria”.

 

Gianfranco Colasante

 

L’anno olimpico 1928 era stato l’occasione per la riscrittura delle gerarchie internazionali degli 800 metri e del mezzo miglio grazie ad una serie di prestazioni al di sotto degli 1’52”, crono che fino ad allora aveva segnato il confine dell’eccellenza mondiale. Avevano dato fuoco alle polveri gli americani ai tradizionali Trials di inizio luglio per designare i quattro ottocentisti per Amsterdam: al termine di una battaglia senza esclusioni si era imposto il neofita Lloyd Hahn in 1’51”4 davanti alla sorpresa Earl Fuller.

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I sentieri di Cimbricus / E se incrociassimo le gambe?

Martedì 27 Ottobre 2020


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“Registro, sogghigno, cerco e trovo appoggio in Mastro Will che anche nella più cupa delle tragedie tendeva a far presente che quella provvisoria rappresentazione che è la vita non va presa sul serio”.

Giorgio Cimbrico

“La verità à un cane da chiudere in canile” [il Matto, Re Lear, Atto I]
“Signore, io faccio professione d’esser schietto / Ho veduto ai miei tempi facce migliori / Di quante siano sulle spalle di coloro / Che vedo adesso davanti a me” [Kent, Re Lear, Atto II]
“Quand’ogni tribunale avrà giudici seri / Non avranno più debiti scudieri e cavalieri / Quando nessuna lingua dirà cose scortesi / E fuggiran la folla ladri e manigoldi / Quando gli usurai in pubblico conteranno i lor soldi / E baldracche e ruffiane erigeranno chiese / Allora sarà il tempo beato – se lo vedi – / Che per andare a spasso si adopreranno i piedi” [il Matto, Re Lear, Atto III]

Non è difficile scovare parole adatte a ogni occasione quando si ricorre a Mastro Will Shakespeare. La mia ricerca (piacevole, quando c’è da sfogliare quelle pagine) ha una causa: la notizia della richiesta al Premier, da parte del presidente federale, di includere il calcio tra i settori in crisi, meritevole di quelli che una volta si chiamavano gli aiuti e che da un paio di giorni, in piena metamorfosi lessicale, vengono definiti “ristori”. Ristoro fa venire in mente la maratona, la 50 km di marcia o don Ottavio che prega donn’Anna di dar a lui ristoro e “non farmi soffrire ancor” (Don Giovanni, atto II).

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Duribanchi / Sono tempi grami, dove tutto e'’ in forse

Martedì 27 Ottobre 2020

 

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“Sono tempi nei quali serve fare attenzione alle parole che si dicono. Troppe bugie. Troppe promesse disattese. Troppa comprensione per i delinquenti. Che oggi si mescolano alla protesta dei cittadini perbene”.


Andrea Bosco

In tempi normali sarei su questo spazio solo (da veneziano) a godere per la Reyer che contro Sassari, nell'eterno duello con Pozzecco (due tecnici e immancabile espulsione, ma il Poz è anche il sale di questo sport, guai non ci fosse uno come lui in un mondo dove abbondano i chierichetti) ha cambiato ancora una volta pelle. I pretoriani di De Raffaele, votati alla difesa e alla transizione che sfornano una gara da 99 punti con ottime percentuali nel tiro pesante. Anche nei criticatissimi, Mazzola e Stone. Senza Daye infortunato, accanto alla certezza Tonut e ad un Fotu essenziale, un Bramos da 28 punti: da leccarsi i baffi. Il vero cioccolatino è l'uomo che sta in panchina. Un genio della tattica.

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