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I sentieri di Cimbricus / L'irriverente "Mini" Cooper scalda il motore

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Giovedì 7 Agosto 2025

 

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Lucide sorprese dei Trials: come il 17.enne Cooper Luktenhaus che ha scatenato l’entusiasmo degli americani che per il mezzofondo veloce hanno un affetto che sconfina nella passione, nell’orgoglio e affonda nella tradizione.

Giorgio Cimbrico

E ora tutti a rispolverare il nome di Jim Ryun, il precoce, l’atteso, il Mozart delle distanze nobili, 800 e 1500, il 17enne di Wichita che corse il Miglio in 3’59” e che tra i 19 e i 20 anni sarebbe diventato padrone dei record mondiali di mezzo miglio, 1500 e Miglio, che sarebbe stato giudicato il più grande atleta nella storia delle High school, davanti a Tiger Woods, a Lebron James e a Lew Alcindor quando ancora non era stato illuminato da Allah.

Cooper, di radici tedesche, è nato poco prima del Natale del 2008, ha sedici anni e mezzo o poco più, è un texano biondino che frequenta la Northwest High School, il suo allenatore si chiama Chris Capo che si è ritrovato tra le mani qualcosa di prezioso e ha cominciato a dare una buona ripulita al diamante.

Come dicono loro, Cooper “ha fatto la squadra” per i Mondiali correndo gli 800 in 1’42”27, a undici centesimi dal risorto Donavan Brazier, lasciandosi alle spalle il primatista americano Bryce Hoppel e negando il viaggio a Tokyo a Josh Hoey, campione mondiale indoor, al coperto secondo solo a Wlison Kipketer (1’43”24) e sceso a 1’42”01 all’aperto. Hoey è finito quarto in 1’43”01, alle selezioni il peggiore dei piazzamenti possibili.

“Mi sentivo molto bene ma sapevo sarebbe stata una finale molto dura”, ha raccontato Cooper dopo aver dimostrato di essere un interprete naturalmente perfetto: non si è lasciato trascinare nei gorghi veloci del primo giro (49”29), è passato in 50”66 e alla fine, chiudendo in 51”61, ha concesso a Brazier solo un decimo di vantaggio, 1’42”16.

Quando David Rudisha regalò all’Olimpiade londinese la meraviglia della sua avventura solitaria, corse il secondo giro in 51”63. Il primo, è sempre bene ricordarlo, era stato volato in 49”28, anche se “volato” non è il termine adatto: Rudisha procedeva con eleganza, su un velluto che stendeva passo dopo passo.

La capacità di distribuzione offerta da Luktenhaus è un accidente del caso? E’ un dono che ha ricevuto e che ha finito per scoprire nella sua ora più bella che l’ha spedito al record mondiale under 18 e al secondo posto di sempre tra gli under 20?

Dotato di un padre mezzofondista di buon valore e certamente importante nella scelta, Cooper aveva avuto il suo momento di gloria nell’ambito dell’universo delle High school quando quest’anno dopo un eloquente 46”30 sui 400, aveva migliorato il record americano che resisteva da 29 anni portandolo a 1’45”45, un tempo che più o meno ha uguagliato, 1’45”57, nelle semifinali delle selezioni. Il giorno dopo il progresso è stato di 3”3. Aggettivi, accostamenti, figure retoriche non servono.

Luktenhaus va a raggiungere Gout Gout, 20”02 a sedici anni e mezzo, Kelly Ann Doaulla, 11”21 a quindici anni e otto mesi, Phanuel Koech, 3’27”72 a diciotto e mezzo. E’ la generazione che può guardare a Los Angeles ma sarà nel pieno a Brisbane e non avrà trent’anni nel 2036 quando i Giochi torneranno in Germania o andranno in Qatar. Più la seconda che la prima. T’Mars McCallum, 9”83 a Eugene, rubando il posto a Bromell e a Coleman, con i suoi 21 anni fa la figura del veterano.

Per fortuna ci sono ancora dei vecchi che resistono: ai campionati francesi vittoria, con 5,82, di Renaud Lavillenie, 39 anni da compiere durante i Mondiali. E biglietto assicurato per Tokyo per Shelly Ann Fraser Pryce che alla stessa quota anagrafica di Renaud arriverà subito dopo Natale e dopo l’addio.

 

 

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